Salone del Pesce Sostenibile: Nella Bisanzio del XIV secolo il caviale era il cibo dei poveri: un bracciante, con il salario di 15 giorni, ne poteva acquistare un barile da 45 chili! Oggi è diventato scarso e costosissimo: 45 chili di Beluga valgono una fortuna. Tra alcuni anni, succederà la stessa cosa per il merluzzo, il tonno rosso, la triglia? Il pesce azzurro sarà ancora un alimento a buon mercato? Sarà ancora possibile andare in pescheria e scegliere a piacere? Probabilmente no. Il pesce pescato sarà una rarità, un cibo per pochi privilegiati. Gli oceani, dicono gli ottimisti, sono un sistema complesso e troveranno il modo di riequilibrare i deficit attuali. Bisogna però tener conto della continua crescita della domanda di pesce, delle tecniche selvagge di pesca, dell’inquinamento: la crisi del caviale non l’ha prodotta la domanda, gli storioni sono calati per numero e dimensioni a causa dell’eccessivo materiale organico scaricato nei fiumi e nel Mar Nero. La pesca dissennata in nome del facile guadagno ha fatto il resto. Succederà anche per gli oceani, temiamo: il degrado ambientale, l’accumularsi di residui tossici – mercurio e diossina nei grandi pesci pelagici sono già a livello di allarme -, la sempre maggior sofisticazione dei sistemi di pesca, lo spreco inusitato di catture destinate all’industria o ai mangimifici, l’accomodante atteggiamento delle istituzioni internazionali preposte alla pesca porteranno al collasso degli stock. Questi i temi che saranno discussi a Slow Fish, in numerosi seminari e in un convegno, assieme alle comunità di pescatori, agli allevatori di qualità, alle associazioni di categoria, agli scienziati e ai consumatori
Dal 4 al 7 Maggio 2007
Biglietto intero: € 5,00
Soci Slow Food: € 1,00
Bambini fino ai 10 anni: Gratuito
Abbonamento 4 giorni: € 15,00
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