La XXX sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell`Unesco, riunita a Vilnius, in Lituania, ha inserito Genova nel Patrimonio mondiale dell`umanità. A partire dal 13 luglio 2006 sono stati posti sotto tutela dall`Unesco le "Strade Nuove" (via Garibaldi, via Cairoli e via Balbi) e i palazzi dei Rolli, tra i quali i palazzi universitari di Piazza dell`Annunziata 2, Via Balbi 2, Via Balbi 4 e Piazza S. Sabina 2. L’Unesco ha deciso di includere questi siti nel patrimonio dell’Umanità dal momento che rappresentano il primo esempio in Europa di un progetto urbano di sviluppo con una struttura unitaria risalente al tardo XVI e primo XVII secolo, in cui i progetti sono stati realizzati al di fuori di un servizio pubblico. I palazzi di Rolli erano residenze costruite dalle famiglie aristocratiche più ricche e più potenti della Repubblica di Genova al vertice del potere finanziario e del potere legato alla marina. I grandi palazzi residenziali eretti sulla Strada Nuova (oggi via Garibaldi) verso la fine del sedicesimo secolo, formavano il quartiere della nobilità, che sotto la costituzione del 1528, aveva assunto il governo della Repubblica. I palazzi sono generalmente alti tre o quattro piani e sono caratterizzati da scaloni aperti, cortili, e loggiati che dominato dall`alto i giardini posizonali su differenti livelli in spazi relativamente stretti. L`influenza di questo modello di disegno urbano è messo in evidenza sia dalla letteratura italiana che da quella europea delle successive decadi. I palazzi offrono una straordinaria varietà di soluzioni differenti, raggiungono un valore universale adattandosi alle particolarità del luogo ed ai requisiti di un`organizzazione sociale ed economica specifica. I proprietari dei palazzi erano tenuti ad offrire alloggio a persone in visita di stato, come decretato dal senato nel 1576. In tal modo riuscirono a far conoscere un modello architettonico e una cultura residenziale che ha attratto artisti e viaggiatori famosi, un esempio su tutti è la collezione di illustrazioni di Pietro Paolo Rubens.
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